Sono sempre stata meravigliata dal mistero che è “l’uomo”. Certa che l’uomo è veramente tale quando è in relazione, ho cominciato a studiare le relazioni affettive che lo costituiscono e che sono un po’ la “casa” nella quale egli vive, cresce e si muove. È l’altro, infatti, che ci chiama per nome: solo attraverso l’altro riconosco me stesso e costruisco la mia identità.
Questo desiderio di incontrare l’altro e di scoprirne la bellezza mi ha portato ad intraprendere gli studi psicologici. Ho arricchito il mio percorso clinico con esami che mi permettessero di approfondire ciò che accade quando due o più persone entrano in relazione.
Al termine degli studi universitari sono partita per il Rwanda. Quel periodo di missione, durato un anno, si è rivelato un tassello importante per la mia crescita umana. Cieli stellati, mille colline e soprattutto incontri semplici o pregnanti, da straniera e da amica, con persone lacerate dal dramma del genocidio. Accanto all’odio di alcuni, ho visto la speranza di tanti e il coraggio di altri di credere nella riconciliazione e nel perdono come forza per rigenerare il Paese. Quell’esperienza, di missione e insieme di tirocinio universitario, mi ha ricordato l’estrema importanza di un ascolto fatto con il cuore e con una reale disponibilità. Un ascolto dell’altro nel massimo rispetto di ciò che è e della sua storia, ascolto reale senza pregiudizi e finalità altre. Consapevole che dietro ad un volto si nasconde un mondo sconosciuto da trattare con il massimo rispetto.
Tornata ho proseguito gli studi scegliendo di specializzarmi in psicoterapia ad indirizzo sistemico relazionale. Si è trattato di una formazione altamente professionalizzante ed impegnativa, che ha scardinato le mie certezze, ha messo in crisi il mio sguardo sulla realtà. Mi ha permesso di affinare una epistemologia (modalità di conoscenza) e una metodologia atta a rendere vero ed efficace e l’ascolto e ad imparare come e quale senso dare alle vicende e alle sofferenze delle persone e alle relazioni che intrattengono. Capaci, in altre parole, di dare significato ai problemi, alle difficoltà, ai dolori, ai vissuti portati dalle persone. Perché la ricerca della felicita è possibile quando siamo capaci di restituire prima di tutto senso alla vita.
Le differenti esperienze professionali maturate poi, nel corso degli anni, in ambito clinico e rivolte al lavoro con il singolo, i partners della coppia, i genitori, le famiglie e i gruppi, unite al cammino umano che ho compiuto fino ad oggi, mi hanno stimolato a proseguire la ricerca. 1) L’incontro e il necessario scontro con le persone a me care, la bellezza e la fatica dell’accompagnare i miei figli nella loro crescita, il giocarsi in relazioni anche grandi con persone molto diverse e il ritagliarsi uno spazio personale per guardarsi nell’anima, tutto ciò mi ha dato, poi, quel gusto necessario per scegliere ,con gioia, di mettere tutta me stessa nel mio lavoro di psicoterapeuta.
Con il tempo, tuttavia, mi sono accorta che ancora mi mancava qualcosa per riuscire davvero ad ascoltare l’altro nella sua autenticità e per condurlo ad una felicità piena. Ho deciso così di spostare lo sguardo sull’uomo stesso, sulla sua interiorità. Ho sviluppato altre conoscenze e ho appreso nuovi strumenti partecipando a formazioni inerenti ad altri approcci psicologi o incontrando letture di autori, poeti, uomini che si sono resi noti per l’indagine che hanno compiuto sull’anima dell’uomo.
E ad oggi questa ricerca sul mistero che è l’uomo, continua, è molto viva in me e chissà che strade prenderà. Certo è che anche merito delle persone che incontro in terapia che mi fanno scoprire quanto varie, e mai finite, siano le risorse e le possibilità di cambiamento.
Psicologa Psicoterapeuta
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